PERCORSI DI CRESCITA PERSONALE

Le basi corrette per decidere se e come inserire un secondo cane in famiglia

Premessa

Rispetto a qualche anno fa, sempre più frequentemente mi capita di ricevere richieste per l’inserimento di un secondo cane in famiglia.

Le motivazioni che spingono i proprietari a fare una scelta di questo genere, sono tendenzialmente due.

La prima, il desiderio di un altro compagno di vita peloso con cui condividere la propria esistenza.

La seconda, un compagno o una compagna per il primo cane, che possa sostenere il primo arrivato nei momenti in cui il proprietario è assente.

Per quanto queste siano motivazioni valide, vanno valutate con una certa cautela. Inserire un secondo cane, in una struttura gerarchica funzionale, può non essere così semplice come potrebbe sembrare.

In questo articolo sull’inserimento del secondo cane, cercherò di fornire consigli utili per questa prassi.

Facciamo però prima un passo indietro, osserviamo le cose da una distanza maggiore, per avere un miglior quadro d’insieme.

Condizioni di partenza

Il modo migliore per comprendere se sia una buona idea l’inserimento di un secondo cane, è quello di osservare la situazione che abbiamo costruito fino a questo momento.

Non mi stanco mai di ripetere che l’osservazione è alla base della comprensione. Partiamo quindi proprio da questa.

Prendiamoci del tempo per osservare la situazione

Che tipo di rapporto hai con il tuo cane?

Quali sono le concessioni che gli hai fatto?

Sei realmente tu a gestire tutti gli aspetti della relazione?

Queste domande, che possono sembrare antipatiche, hanno lo scopo di metterti di fronte ad una realtà importantissima.

In base al rapporto che hai strutturato con il tuo primo cane, puoi capire se l’inserimento del secondo cane, può essere una soluzione ai tuoi bisogni o un ulteriore complicazione per la tua vita.

La cosa più bella ed auspicabile di avere un cane, è poter condividere con questo una buona fetta della nostra esistenza.

Questo lascia spesso spazio a concessioni che sono sostenibili fino ad un certo punto. Se abbiamo la fortuna di avere a che fare con un cane che non prevarica sulle nostre scelte e decisioni, lasciargli libertà può non essere la scelta sbagliata.

Ma, se queste concessioni, finiscono per essere il piano d’appoggio per autorizzarlo ad avere maggiore libertà di scelta anche quando non dovrebbe averla, questa scelta diventa causa di problematiche gestionali.

Uso di proposito una terminologia non scientifica, per rendere il concetto il più chiaro possibile. Quando lasci libero il cane, di fare scelte che non dovrebbero essere sue, l’attitudine di questo animale è quella di espandere questa condizione a diversi ambiti della sua esistenza.

Forte delle opportunità che gli sono state date, il cane tenderà ad assumere comportamenti assertivi, nelle più diverse situazioni.

Potrebbe infatti decidere di non tornare al richiamo, di non voler cedere una posizione comoda conquistata, di prendere posizioni avverse all’arrivo di un ospite, di difendere il proprietario anche quando non serve o decidere arbitrariamente che alcuni oggetti sono suoi.

Il punto di vista del proprietario

Molto più frequentemente di quanto tu non possa immaginare, queste situazioni si verificano in modo abbastanza subdolo. Spesso, non sono chiaramente visibili, se non c’è la volontà di osservarle.

Puoi pensare che alcune concessioni, non siano poi così gravi. E puoi anche avere ragione!

Ma se viene inserito un nuovo competitore in famiglia?

Il punto di vista dei cani

Di solito, a questo punto che insorgono i problemi. Quelle condizioni, così “faticosamente” conquistate, devono essere mantenute.

Dal punto di vista del cane, ma se ci pensi bene non solo, i privilegi che si acquisiscono, non possono essere persi.

Si chiama avversione alla perdita. Questa, ha addirittura un valore superiore alla proposta di un guadagno.

Inutile dire, che così come non piace a noi questa prospettiva, non piace nemmeno al cane.

C’è però, una differenza importante, che riguarda la modalità con la quale questa avversione viene manifestata.

Gli animali in genere, non hanno grandi opportunità comunicative particolarmente sofisticate. La loro tendenza a spesso quella di ricorrere all’aggressività, per chiarire il concetto in modo definitivo.

Parliamo di risorse

Inserire un secondo cane in famiglia, senza parlare di questi aspetti, può diventare un processo davvero rischioso. Pertanto cercherò di chiarire il più possibile il concetto di risorsa, affinché tu possa riconoscere ciò che dico, in situazioni a te familiari.

In generale, possiamo definire risorse, tutte quelle “cose” che possono portare un guadagno. Piccolo o grande che sia, se questo viene acquisito, difficilmente verrà perso senza opposizioni.

L’importanza degli spazi

Il primo aspetto da considerare, è legato agli spazi. Questi sono importanti perché costituiscono un ambito entro il quale l’animale si sente sicuro.

La condivisione forzata di questi, può creare delle disarmonie importanti. Ti faccio un esempio prettamente umano. Quando conviviamo con una persona, ci possono essere momenti di disaccordo. A volte, per gestirli senza conseguenze antipatiche, l’unica soluzione è quella di prendere le distanze. Andare a fare un giro a piedi o in automobile, può essere il sistema migliore per schiarirsi le idee e ritornare ad una visione d’insieme più rosea.

Cosa succede invece al cane?

Dal momento che non può, di sua iniziativa, prendere queste distanze, la convivenza forzata 24 ore su 24, può fare l’effetto della goccia che cade nel vaso.

Quando si arriva alla fuoriuscita dell’acqua, di norma si possono verificare comportamenti aggressivi.

Ecco perché, la prima domanda che ti devi porre, se stai pensando di inserire un secondo cane in famiglia, deve essere: “Ci sono spazi sufficienti, per permettere al due cani di prendersi periodi di pausa dall’inevitabile condivisione?”

Il cibo

Il cibo, risulta essere un’altra risorsa importante. Anche se ci sono cani non particolarmente interessati a questo, statisticamente cibo di sostentamento o premi, sono ritenuti particolarmente rilevanti.

Se hai l’abitudine di condividere il cibo con il tuo cane, domandati innanzitutto, quale effetto potrebbe avere la presenza di un conspecifico.

La risposta che ti darai, potrà aiutarti a capire se dovrai rivedere le tue abitudini oppure no.

Il rischio che questa risorsa diventi causa di contenzione, è un fattore da non sottovalutare.

I giochi

Ciò che è importante per uno, può non esserlo per un altro! A volte capita che la cosa più importante per un cane, siano i giochi. Non soltanto intesi come oggetti fisici, ma anche come condizioni per l’interazione con il proprietario.

Un singolo oggetto, lanciato con l’idea di farlo riportare al cane, di per sé può non costituire alcuna situazione pericolosa.

Se però, lo stesso oggetto o la stessa interazione, risultano importanti per entrambi i cani, Il presupposto cambia radicalmente.

Se hai questa abitudine di gioco consolidata e la metti in atto anche in presenza di altri cani, la reazione del tuo compagno peloso, può metterti sulla strada giusta.

Ci tengo a precisare, che a giocare con palline, frisbee o altro del genere in area cani, quando non si è da soli, non la ritengo una pratica particolarmente buona.

Le coccole

Anche per quanto riguarda le coccole, vale la pena di affrontare un dire un po’.

La risorsa più importante per alcuni cani, può essere costituita dal contatto fisico. Quando c’è questo tipo di predisposizione, il quadrupede in questione, potrebbe avere l’attitudine di allontanare altri cani o in casi molto particolari, anche esseri umani, che minano l’unicità di questo momento.

Quelle situazioni, che possono risultare anche simpatiche dal punto di vista umano, dove un avvicinamento tra il membri della famiglia comporta l’inevitabile intromissione del cane, è un importante parametro di valutazione.

Questo comportamento, a volte un po’ velato, è di fatto la manifestazione di un fastidio che l’animale prova, nel vedere che le attenzioni del proprietario vengono rivolte ad altri e non a lui.

L’inibizione che può essere manifestata nei confronti di altri esseri umani, non significa che verrà espressa anche nei confronti di un conspecifico.

Ancora una volta, ti esorto ad osservare con attenzione questi aspetti di vita quotidiana, al fine di comprendere quale potrebbe essere la situazione che si svilupperà nel momento in cui inserirai il secondo cane in famiglia.

Sei disposto/a a mettere in discussione tutto?

Eh già, questa è una domanda che ti devi porre! Le libertà che hai nella gestione di un singolo cane, è molto probabile che non siano compatibili con la gestione del secondo arrivato.

Quando ormai la scelta è stata fatta e di conseguenza è già presente il secondo cane, mi è capitato di vedere con una certa frequenza uno specifico atteggiamento da parte dei proprietari.

Ora ne parliamo!

L’affetto provato nei confronti del primo arrivato, tende molto spesso a far fare scelte discutibili. Affermazioni del tipo: “Lui o lei c’era da prima che tu arrivassi!” oppure “Questa cosa è sua non devi rubargliela” oppure ancora “Quello è il suo posto!”

Possono anche essere considerazioni reali, di fatto però non le rendono ammissibili per il secondo cane. Questo, esattamente come ha fatto il primo, avrà la tendenza a stabilire delle priorità nell’acquisizione di alcune risorse.

E allora, cosa devo fare?

Una buona strategia, è quella di cercare il più possibile di non intromettersi in questioni che riguardano esclusivamente i cani.

Capisco che questo possa sembrarti orribile, ma non è possibile pensare di entrare nelle dinamiche relazionali di una specie diversa dalla nostra, senza essere consapevoli che la possibilità di fare danni è estremamente alta.

Dopo averti messo di fronte anche a questa ulteriore difficoltà, desidero chiudere questo articolo con qualche suggerimento sull’inserimento ideale del secondo cane.

Norme generali di inserimento

Se decidi di imbarcarti in questa avventura, che molto spesso si rivela particolarmente bella, fai attenzione a quanto leggerai ora.

L’esperienza della convivenza con più di un cane, per me è stata la più gratificante di qualunque tipo di insegnamento possa avere appreso da un essere umano.

Vivo ormai da tempo con nove cani!

Questo dovrebbe farti comprendere che la convivenza non è una missione impossibile. Quello che però voglio dirti è che sicuramente non è semplice.

Partiamo dall’inizio

Ciò che vivo quotidianamente con tutti i miei cani, di cui sono follemente innamorato, parte da un semplicissimo presupposto condiviso con tutta la mia famiglia.

IN QUESTA CASA NON SI LITIGA!

Chiaramente, non basta fare un’affermazione di questo genere, perché tutto vada bene. Bisogna sviluppare delle strategie gestionali funzionali, che permettano lo sviluppo di questa condizione.

Un po’ come si fa nelle buone famiglie, i fratelli e le sorelle, sono gestiti tutti nello stesso modo. Ma su questo punto ci ritorneremo tra poco.

L’inserimento del nuovo arrivato, non è immediato. Viene impostato per step successivi.

La new entry, viene presentata un po’ alla volta agli altri cani già presenti e resta per tempi sempre crescenti nel nuovo gruppo.

È una buona scelta, decidere di predisporre il primo incontro in un ambiente neutrale. Ovvero in uno spazio che non possa essere ritenuto di proprietà del cane già presente in casa.

Creiamo gli spazi

Ognuno ha i suoi spazi! La disponibilità di cucce, intese anche come trasportini, non deve mancare. Questa strategia, permette ad ogni cane avere un proprio spazio sicuro. Diventa ancora più importante, con i cuccioli o in situazioni in cui non si è presenti in casa.

La disponibilità di un luogo sicuro a cui fare riferimento, evita quella situazione di sovraccarico di cui parlavo qualche paragrafo sopra. Favorisce l’abbassamento della tensione legata all’interazione continua, evitando che questa sfoci in comportamenti aggressivi.

Se vuoi imparare a gestire il trasportino, in veste di cuccia, guarda questi video

Una gestione equa

Che cosa vuol dire avere una gestione equa?

Significa sostanzialmente comprendere quali siano le risorse alle quali i nostri cani sono più interessati cercare di non fare preferenze tra l’uno e l’altro.

Mi rendo conto, che umanamente parlando, questa non sia una cosa semplice. Ma quando l’essere umano mette il becco in faccende prettamente canine, quasi sempre causa danni.

Per decidere quale cane sia effettivamente in grado di sostenere una determinata posizione all’interno del gruppo familiare, è  necessario avere competenze etologiche ed esperienze di alto livello. Ragion per cui, se non sei un professionista del settore, ti sconsiglio di provarci.

Come dicevo all’inizio dell’articolo, mi capita frequentemente di essere contattato per l’inserimento del secondo cane e ritengo che questo sia uno degli aspetti più delicati del lavoro che svolgo.

È vero, che può capitare di essere estremamente fortunati e di non avere nessun tipo di problema in questa prassi, tuttavia devi ricordarti che un errore in questo senso, può compromettere l’esistenza tua e dei tuoi cani.

Purtroppo, quando si innescano situazioni di convivenza non pacifica, diventa davvero molto complicato risolverle.

Ecco perché giocare di anticipo, costruendo prima le condizioni ideali, è la strategia migliore.

Se ritieni di aver bisogno, anche solo di qualche ulteriore chiarimento, clicca qui. Ti regalerò volentieri 20 minuti del mio tempo.

 

Conclusioni

Quindi, può essere una buona cosa inserire in famiglia il secondo cane?

La risposta è sì, ma con attenzione!

Se hai un cane che si dimostra estremamente equilibrato, ci sono già delle buone condizioni per portare a termine questo delicato passaggio.

Ricordati però che se hai un cane che manifesta già problematiche dal punto di vista comportamentale, salvo rarissime eccezioni, l’introduzione di un conspecifico, non risolverà nulla.

 

Anzi, posso dirti per esperienza, che i cani hanno la brutta tendenza ad apprendere prima di tutto le cose negative. Pertanto il rischio che corri, potrebbe essere quello di avere poi due cani con lo stesso problema.

Trovare un cane, caratterialmente solido da inserire in famiglia, in grado di sostenere ed aiutare un individuo problematico, è come vincere alla lotteria.

L’amore che proviamo nei confronti degli animali, non è purtroppo la soluzione a tutto!

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