PERCORSI DI CRESCITA PERSONALE

Il ReiKi e gli Animali (esperienze con i pet)

In questo articolo, proverò a farti entrare in un mondo estremamente poco conosciuto. Parleremo infatti del Reiki, come cura non tradizionale, per generare benessere nell’animale. Il ReiKi è un ottimo alleato contro problemi di carattere fisico e psicologico.

Come i trattamenti Reiki, possono aumentare il benessere dell'animale

Le situazioni di malessere fisico o psicologico dell’animale, possono essere davvero innumerevoli. Quello a cui solitamente si pensa, è un aiuto che arriva dalla medicina tradizionale, con tutti i pro e i contro!
Ma, le alternative ci sono e producono risultati assolutamente apprezzabili.

Avere paura di ciò che non si conosce

Ho avuto una formazione scolastica prettamente scientifica e quando nel 2010 ho iniziato a studiare filosofia buddista, c’erano dei concetti che mi risultavano davvero complessi da capire, ma sono stati quelli, che poi mi hanno portato su questa strada.

Poco tempo dopo, mi sono accostato al Reiki, con idea di poter essere maggiormente da aiuto alle persone agli animali.

 

Questa per me è stata una vera e propria rivoluzione…

I primi corsi fatti, mi hanno messo a contatto con questa energia, che nel tempo mi ha cambiato nel profondo.

Ha cambiato il mio modo di vedere le cose, mettendomi di fronte al fatto che non solo ciò che si può percepire palesemente con i sensi, può essere considerato vero.

Ci sono degli ambiti in cui, la possibilità di vedere con gli occhi, sentire con le orecchie o con il tatto, non è poi così importante.

Soprattutto quando ti accorgi che ciò che stai facendo, anche se in modo invisibile, porta a dei miglioramenti tangibili.

Potrei raccontarti tante situazioni in cui il Reiki ha portato a cambiamenti significativi, fisici e non.

Lo farò, solo in piccola parte! Perché sono convinto, che per comprendere a pieno questi aspetti della vita, si debba solo provare.

In buona sostanza, bisogna fare il San Tommaso della situazione!

Se vuoi approfondire, ti lascio i riferimenti di due scuole, quelle con cui ho portato avanti la maggior parte della mia formazione, Komyo ReiKiDo e Ngalso Chagwang ReiKi

La mia esperienza di guarigione con il ReiKi

Pratico ReiKi praticamente tutti i giorni, spesso anche senza rendermene conto. Ho avuto l’occasione di offrire ReiKi a distanza ad un paio di gatti, a cavalli, volatili e insetti, riscontrando sempre degli interessanti miglioramenti per la loro condizione di salute.

Tre dei miei cani sono stati accompagnati con il ReiKi, fino al momento in cui hanno lasciato il corpo. 

Ottenendo, da ciò che ho osservato, una condizione di serenità e di consapevolezza maggiore per ciò che stava capitando loro.

Ma, in particolar modo, sono rimasto colpito dall’aiuto fornito dal ReiKi, in alcune occasioni che ti voglio raccontare.

Qualche anno fa, la seconda femmina di Autralian Cattle Dog, che vive con noi ormai da 14 anni, una mattina manifestò una paralisi totale degli arti posteriori, parziale di quelli anteriori ed una quasi totale cecità.

Non vi era stato alcun segnale anticipatorio che potesse far presagire tutto questo, pertanto colti alla sprovvista abbiamo provveduto a portarla in clinica per effettuare gli esami del caso.

Ovviamente sono state fatte analisi del sangue di tutti i generi ed una tac, dalla quale risultò che il cervello del cane, a causa di un infezione di cui non si comprendevano le cause, si era gonfiato, arrivando a toccare la scatola cranica.

Al termine della visita e dopo aver esaminato i risultati di tutti gli esami, il medico veterinario ci disse che non sapeva cosa fosse accaduto al cane e che l’unica opzione sarebbe stata quella di utilizzare il cortisone per un tempo indeterminato, ma che ciò nonostante, non ci avrebbe garantito la ripresa dell’animale.

La prognosi era davvero triste, anche perché, una delle possibilità era il decesso nelle successive ventiquattro ore.

Portare aiuto attraverso il ReiKi, sperimentando il processo dell’Autoguarigione Tantrica NgalSo, rivolgendola per mezzo del ReiKi al cane in questione, mi è parsa la cosa migliore da fare.

Mi sono impegnato per tre giorni , vedendo che già al termine del primo giorno, la cagnina dava segni di ripresa.      Aveva infatti iniziato a reggersi di nuovo sugli arti anteriori e la vista stava migliorando.

I cambiamenti in meglio, erano lenti ma costanti ed al termine del terzo giorno, sia pur con un equilibrio precario, riusciva a deambulare di nuovo.

Oggi, Iside ha superato i 14 anni e pur essendo diventata sorda, a causa dell’età, continua ad essere autonoma.

Il ReiKi di "nascosto" per aiutare emotivamente

Sono numerose le esperienze che ho fatto, dove la difficoltà del cane, era più mentale che fisica.

In questi casi, spesso ne fa le spese il rapporto con il compagno di vita umano, che pur prodigandosi per offrire all’animale le condizioni migliori, non riesce a gestirlo adeguatamente.

I trattamenti fatti, molto spesso anche senza dichiararli, sono stati estremamente efficienti nell’aumento della serenità dell’individuo e di conseguenza nella crescita dei suoi autocontrolli.

Non dichiaro sempre ciò che faccio, poiché non sempre le persone manifestano l’adeguata apertura verso forme alternative di aiuto che possono essere proposte. In fondo quello che mi interessa è portare beneficio al binomio, indipendentemente dal fatto che si sappia come il risultato é stato ottenuto.

 

Il Reiki e la vecchiaia

Un’altra esperienza che voglio condividere con te riguarda la vecchiaia. La prima femmina di Australian Cattle Dog entrata in famiglia, ha vissuto per ben 19 anni.

Se l’è cavata un gran bene fino ad un anno prima della sua dipartita.
Negli ultimi 12 mesi, aveva però iniziato ad avere serie difficoltà di deambulazione, tanto da faticare a reggersi in piedi.

Il deperimento fisico, assolutamente comprensibile per un cane di quell’età, limitava davvero tantissimo la sua autonomia. 

La mancanza di forza negli arti posteriori, la portava più volte a sedersi, anche quando non voleva.

Per supportarla in questo, le appoggiavo la mano sulla schiena, all’altezza del bacino, mandandole ReiKi solo per qualche secondo. Questo era sufficiente a farle riprendere la posizione “eretta“.

Anche quando si è manifestata una sindrome vestibolare, a causa della quale riusciva a deambulare solo descrivendo dei cerchi, l’aiuto del ReiKi è stato determinante.

Pur avendone  parzialmente compromesso la postura, la testa le era rimasta leggermente rotata a destra, la nostra vecchietta ha ripreso nuovamente a camminare.

Il ReiKi, come aiuto per il passaggio

Qualche anno dopo, nel giro di pochi mesi, mi sono trovato  ad accompagnare nel processo di abbandono del corpo due dei nostri cani, un Dobermann ed un Parson Russell Terrier.
Era stato diagnosticato un tumore in metastasi.
Anche in questi due frangenti ho ritenuto che portare aiuto attraverso il ReiKi, sarebbe stata la cosa giusta da fare.

Premetto che, per scelta, non ricorro all’eutanasia. Credo fermamente che i momenti precedenti alla morte fisica dell’animale, siano senza ombra di dubbio, determinanti per il processo di crescita spirituale dell’individuo. Anche per l’uomo, l’interruzione forzata della vita, non credo permetta il corretto transito.

Questa scelta, attentamente ponderata, mi porta a volte ad avere qualche difficoltà.
Chi è convinto che l’unica cosa importante sia evitare qualunque tipo di sofferenza all’animale, a mio avviso non ha una visione sufficientemente ampia.

La morte, è per molti la cosa difficile da superare. Ma ritengo che più di tutto lo sia accettare il deperimento graduale.  Ed è impossibile non vederlo nel compagno di vita, per il quale c’è e c’è stato, un forte coinvolgimento emotivo.

Nelle ultime fasi, questo aspetto è davvero

molto forte e fa vedere come lentamente la vita stia abbandonando l’animale.

Credo che molto spesso ricorrere all’eutanasia, metta nella condizione di non doverlo affrontare. Proprio per questo, rispetto anche chi decide di avere un punto di vista differente dal mio.

Amo fortemente e indistintamente tutti gli esseri e per questo, non voglio vederli soffrire. Ecco perché, mi faccio supportare dal medico veterinario con un appropriata terapia del dolore.

Tornando al Dobermann, ho potuto riscontrare come i trattamenti ripetuti, nei quindici giorni precedenti alla sua morte, siano stati di grande giovamento.

Il malessere fisico era più gestibile e al termine di questo periodo, ho notato un cambiamento importante nello sguardo dell’animale. 

Il Reiki per calmare la mente

Inizialmente era spaventato da ciò che gli stava accadendo, mentre in seguito, ormai alla fine, si è dimostrato molto più sereno. È stata un’esperienza estremamente coinvolgente per me e per la mia famiglia, ma oggi, sono certo che non tornerei sui miei passi.

Un’amica, anche lei praticante ed insegnante di ReiKi, ha voluto partecipare con dei trattamenti a distanza. Mi ha detto che nelle ultime ore di vita del mio cane, aveva visto in sovrapposizione agli occhi del dobermann, quelli di un Buddha.
Aveva letto questa visione come un inequivocabile segno di buon auspicio per la sua futura rinascita.

Qualche mese dopo, come accennavo, ho seguito lo stesso percorso per il piccolo Terrier, il quale, indipendente come era stato per tutta la sua esistenza, ha lasciato il corpo scegliendosi luogo e momento per lui opportuni.
Anche a lui, nel periodo successivo alla diagnosi, ho proposto trattamenti giornalieri, non particolarmente lunghi. Ho sempre rispettato il suo volere. Lasciavo infatti che decidesse lui, il punto in cui farsi trattare e la durata del trattamento.

Come accennavo, il giorno in cui ha lasciato il corpo, si è recato sul letto di mia figlia e si è addormentato senza più risvegliarsi. Anche in questo caso, la sua espressione era priva di paura e di sofferenza.

Crescere nel Reiki

Dopo diversi anni di utilizzo quotidiano del Reiki, volevo a tutti costi chiudere il cerchio. Volevo diventare insegnante!

Avevo già portato a termine diversi corsi, con diverse modalità di impiego del Reiki stesso. Quando, sono entrato in contatto con una realtà, che si sposava perfettamente con la modalità con cui operavo, questo è stato il segnale e finalmente, sono diventato insegnante.

Ho fatto questo, perché ritenevo fosse importante poter trasmettere ad altri una forma di guarigione di così grande valore.
Con mia grande soddisfazione, ho diversi allievi ed allieve, ai quali trasmetto con grande gioia, ciò che negli anni ho imparato

Se ti interessa avere ulteriori informazioni sul Reiki, puoi fissare con me un appuntamento telefonico e sarò lieto di rispondere alle tue domande. Se invece vuoi conoscermi meglio, clicca qui.

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